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RECENSIONE FILM 10.000 AC 10.000 BC

10.000 ACGIUDIZIO: Il regista dei blockbusters da record Roland Emmerich, all'attivo un numero davvero esiguo di pellicole eppure tutte particolarmente altisonanti come Stargate, Independence Day, Godzilla, Il Patriota e The Day After Tomorrow, torna dietro alla macchina presa dopo 4 anni dall'ultima regia con 10.000 AC, buffo polpettone preistorico in salsa fanta-mitologica che narra la storia del giovane cacciatore D’Leh, interpretato dall'anonimo Steven Strait, che combatte in nome del suo popolo e della bellissima amata Evolet, la meno anonima Camilla Belle, contro un dio tiranno che ha reso schiave numerose civiltà.

Tra misticismi, dei, spiriti e profezie, in ambientazioni particolarmente cinematografiche arricchite da preziosi ed impeccabili effetti speciali in CGI che danno vita ad affascinanti creature come i giganteschi mammuth chiamati Menek, decisamente meno affascinanti tacchini extralarge carnivori ed una splendida tigre dai denti a sciabola, 10.000 AC dovrebbe teoricamente patire l'assoluta superficialità della trama, la carenza di spunti e la mancanza di un cast di livello, ad eccezione del bravo Cliff Curtis un po' sprecato nel ruolo di Tic'Tic, eppure Roland Emmerich si conferma grandissimo regista d'azione in grado di confezionare in maniera spettacolare e senza troppe pretese anche i contenuti più vacui.

10.000 AC è probabilmente un film dalla scarsa longevità che non riuscirà a proporsi negli anni a molteplici visioni e repliche alla stregua dei precedenti kolossal del noto regista e produttore, apparendo tra l'altro a tratti la brutta, sbiadita copia del bellissimo Stargate del 1994: Roland Emmerich ha scritto sia Stargate che di 10.000 AC e ciò spiega ma non giustifica di certo le tante similitudini nella raffigurazione dei popoli preistorici, nella presenza del dio egizio e nella sua rappresentazione a figura alta dalla voce storpiata, invisibile al popolo ridotto in schiavitù, la costruzione di una immensa piramide sormontata da un'altra piramide di dimensioni minori che potrebbe richiamare l'astronave vista in Stargate, ed ancora l'uso ed abuso di lingue ignote, la tipologia di costumi e decorazioni egizie, la raffigurazione dei sacerdoti e l'inquietante presenza di bambini che assistono il dio tiranno.

Dopo alcuni dialoghi abbastanza ridicoli che caratterizzano la prima parte della storia che vede D’Leh ancora bambino, 10.000 AC prende decisamente ritmo grazie alle buone scene d'azione che accompagnano i lunghi inseguimenti, all'apparizione della maestosa tigre dai denti a sciabola, simbolo della profezia che deciderà il destino di molti popoli, e agli affamati tacchini giganti dal becco letale.

10.000 AC, al di là del classico intermezzo comico costituito in questo caso dal personaggio di Baku (Nathanael Baring), soffre di numerosi intermezzi involontariamente comici che affossano l'integrità e la già residua serietà della pellicola: dalla spassosa rappresentazione degli autorevoli saggi a capo dei popoli, dalla vecchia donna completamente fuori di senno al saggio di colore balbuziente e privo di dentatura fino all'orripilante saggio cieco, calvo e incomprensibile che vive per di più nascosto sottoterra, alla presentazione degli stessi popoli protagonisti tra i quali meritano sicuramente una menzione il popolo che si maschera il viso con il tronco degli alberi e l'irresistibile, esilarante tribù che si mimetizza dietro la vegetazione vestendosi e camuffandosi corpo e viso con i canneti.

Con 10.000 AC siamo di fronte ad un kolossal più vicino per natura realizzativa ad un B-movie che non ad una grande produzione, comunque impeccabile dal punto di vista degli effetti speciali digitali, apprezzabile per scenografie ed azione cinematografica: Emmerich scrive e dirige un'americanata senza pretese che tiene fede alla sua leggerezza fino in fondo regalandoci un finale sconclusionato, proponendoci con mestiere ed astuzia un'esperienza cinematografica comunque divertente che tuttavia non possiede le qualità per lasciare il segno.
VOTO: 5,5

 

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