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RECENSIONE FILM CHE BELLA GIORNATA

CHE BELLA GIORNATACRITICA a cura di Roberto Matteucci: “L'amore non ha religione, non è cattolico, non è mormone, no! Non è vangelico, nè protestante. L'amore... è quando ti diventa grande, ma grande, grande... grande il cuore!”. Dopo Benvenuti al sud un altro film italiano ha distrutto i record di incassi. Che bella giornata – la nuova pellicola di Checco Zalone – rappresenta un fenomeno unico, non vissuto da tempo: sale piene, prenotazioni esaurite. Eppure non c’è molto di nuovo. Zalone arriva dalla televisione, soprattutto da Zelig: un programma forte e con grande caratterizzazione giovanile, vale a dire lo stesso pubblico dei cinema. E’ un personaggio conosciuto in tutte le sue sfaccettature, non c’è nulla da aggiungere.

Il suo modo di lavorare è un classico: un gioco costante sulle parole, una buona dose di malizia e di ironia. A differenza di tanti comici con una finta rabbia sovversiva, non vuole guidare rivoluzioni proletarie arricchendosi vendendo biglietti – agli stessi proletari - ai propri comizi. Abbiamo, quindi, un personaggio pulito, ecumenico – piace a tutti – molto divertente e spontaneo. La televisione non è però il cinema. Essere capaci di lavorare in televisione non equivale ad esserlo al cinema e viceversa. Per lui è diverso. Zalone ha il coraggio di affrontare un testo, una sceneggiatura non televisiva riuscendo a costruire un prodotto cinema.

Il film ha una sua storia, neppure banale e superficiale, ha una sua tecnica ed un sua espressione. Si parte dal linguaggio e dalla parola. E’ un classico della comicità. Si prende una parola e la si maltratta. La si spezza, si cambia una lettera, si intreccia e via di seguito, la parola diventa malleabile ed agile ottenendo comprensibile e puro divertimento. La semantica prevede un significante – pronunciamo una parola per esprime un concetto – e un significato, il concetto da noi interpretato quando ascoltiamo la parola, Zalone compie una rivoluzione rovesciando la regola. Si prende una parola dal significante chiaro e certo ed ecco trasformarsi, e con lei tutte le certezze ed equilibri spariscono. Molto semplice. Ma a volte sono proprio le cose semplici ad essere divertenti.

Ci possiamo aggiungere la fisicità del personaggio: simpatico, pulito e chiaro. Lo si circonda di caratteri allo stesso livello ed il film è pronto. Elementare. E allora perché i film in Italia sono tanto brutti e nessuno – sia in Italia sia all’estero – vuole vederli? Ed ecco l’altro segreto di Zalone. La modestia. Ai tanti registi, pieni di sé e sempre pronti a prendersi troppo sul serio, convinti, solo loro, di essere un tramite di una voce divina a folle rapite dalla immensa verità dei loro film, Zalone risponde con una sonora risata. Fra i personaggi di rimando c’è anche il cantante pugliese CapaRezza e la sua grande performance di “Sarà perché ti amo” dei Ricchi e Poveri. Roberto Matteucci
VOTO:

 

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