GIUDIZIO a cura di Marco Michele: I supereroi con i muscoli sopra il costume ritornano con il seguito de I Mercenari, ennesima scommessa vinta da Sylvester Stallone che nel 2010 è riuscito a far risorgere sul grande schermo l'action vecchia maniera, poderoso ed avvincente, truculento e scorretto, dove azioni ed emozioni prendono vita di fronte alla macchina da presa e non soltanto in post produzione attraverso la computer grafica, dove gli autentici effetti speciali sono le icone protagoniste, uomini fatti di carne e sangue posti in primo piano rispetto a sequenze digitali prive di pathos, esplosioni fini a se stesse, costumi svuotati dei superpoteri rimasti su carta.

I Mercenari 2 riesce per buona parte a non sboccare in un'orgogliosa autocelebrazione degli interpreti che hanno scritto la storia del cinema d'azione moderno, almeno sin quando Bruce Willis non inizia a sorridere apertamente ad ogni inquadratura, visibilmente divertito al fianco di Schwarzenegger e Stallone, compiaciuto dell'irripetibile reunion messa in atto sul grande schermo: eccessi di glorificazione che, pur incensando manifestamente tanto Norris quanto Schwarzy, Willis come Sly, non sfociano comunque in eccessive banalità mantenendo ironici e vivaci i toni della pellicola.

Simon West (Con Air, Lara Croft: Tomb Raider) arricchisce l'action della precedente pellicola - anche grazie ad un maggiore budget di produzione - promuovendo un livello ancor superiore di spettacolarità, violenza estrema, sangue, un ritmo più frenetico nel seguire vicende che si concentrano in un'unica, devastante corsa verso la vendetta, animata da un villain stavolta all'altezza della banda dei buoni, il mito dell'action marziale Jean-Claude Van Damme - penalizzato nella versione italiana da un doppiaggio del tutto fuori luogo e non in linea con l'attore ed il ruolo - che ritorna sul grande schermo a 13 anni di distanza da Universal Soldier e dopo il gran rifiuto a prender parte a I Mercenari, divenuto nel frattempo re incontrastato dei B-movies 'straight to home video'.

A rimanere sugli scudi è giocoforza Barney Ross, il leader dei mercenari interpretato da Sylvester Stallone che stavolta mette in ombra anche Lee Christmas (Jason Statham), co-protagonista del primo film: tali e tanti sono i characters presenti da rendere difficile la coesione dei personaggi principali cui non rimane che alternarsi in maniera più o meno piacevole e riuscita nel ritagliarsi la loro fetta di gloria, che nel caso di Chuck Norris è sconfinata, praticamente grande quasi la leggenda del suo calcio rotante.

Le note de Il buono, il brutto, il cattivo accompagnano in maniera delirante le apparizioni mistiche di Chuck Norris che, a 16 anni dall'ultima prova cinematografica, cita addirittura se stesso ed uno dei facts più famosi che impazzano sull'uomo così forte da avere sotto la barba il terzo pugno al posto del mento: 'Once a king cobra bit Chuck Norris. After five days of excruciating pain, the king cobra died'.

Tra frasi già cult come 'You can't beat a classic', 'My shoe is bigger than this car', 'The best last meal for someone from Sweden is baby seal and whale ass', 'Sometimes it's fun to run with the pack' e battute memorabili da The Terminator e Die Hard, così come riferimenti a Rambo e Rocky, I Mercenari 2 pecca venialmente sul finale deragliando verso un citazionismo a tratti sfrenato, debolezza tutto sommato passabile in quanto gli intenti rimangono ancorati e fedeli all'anima del progetto originario di Stallone: riportare in scena l'action duro e crudo fatto di uomini, uniti da legami e sentimenti semplici e sinceri, che, privi di poteri super o sovrannaturali e dell'invasivo ausilio della CGI, compiono imprese eroiche col cuore in pugno ancor prima che con le armi. Marco Michele
VOTO: 8-