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RECENSIONE FILM MAMMA MIA!

MAMMA MIACRITICA a cura di Olga di Comite: Premesso che non amo per niente il musical come genere, solitamente pretenzioso e scioccherello, basato su colonne sonore delle quali si salvano al più due o tre pezzi se va bene, quest’ultimo Mamma mia, (insieme ad Across the Universe, altra perlina della stagione passata) viene proprio di salvarlo.

Sarà l’interpretazione travolgente delle “donne” della storia (le tre “in età” specialmente e la Streep come mattatrice), sarà la musica che non ti consente di star ferma sulla poltrona, sarà quel mare blu e verde che ti entra dentro ovunque lo si veda, sarà il ricordo della gioia di essere giovane senza i se e i ma dell’età di mezzo avanzata, dirò che mi sono divertita e sono uscita dalla sala canticchiando Mamma mia, Sos, Voulez vous.

E poi c’è di mezzo anche l’innominabile '68 e gli anni seguenti, che a mio parere, pur con tutti i suoi eccessi, rimane un momento in cui si è realizzato l’unico tentativo di rivoluzionare qualcosa in Italia, come il costume e i modi di fare politica, creando nella generazione d’allora un fervore e un’adesione alla vita oggi impensabile.
Pur non essendo del tutto chiaro se il riferimento del film è agli anni ‘70 o ‘80, comunque il leit-motiv è nel contrasto tra un periodo ”eroico” liberatorio e vivo, pur se problematico, e un presente grigio e di scarsa fantasia.

Proprio a questo riguardo la zuccherosità del musical acquista nel nostro caso, un significato e una efficacia diversa, visto che l’episodio centrale - il reincontro tra la protagonista Donna (Meryl Streep) e i tre uomini del suo passato di liberi amori - porta, sempre con la dovuta leggerezza del genere, a un confronto tra generazioni.
I più vecchi hanno creduto in un modo diverso di impostare l’esistenza; i figli al loro confronto sembrano gli anziani della situazione, legati a regole e conformismi, privi di voli ideali e ambizioni diverse.

Ma l’analisi del film non si ferma a ciò. La novità è che tramite i testi delle canzoni degli Abba si introduce il dubbio sul proprio operato, la consapevolezza che ci sono sfumature importanti nelle scelte di ieri e di oggi non prese in considerazione, sicché alla fine dell’azione la situazione si rovescia.
I giovani imparano a essere giovani e gli adulti rivedono le scelte di un tempo. Tutto ciò viene espresso nel film non solo dalla colonna sonora ma soprattutto dall’interpretazione di Meryl Streep, supportata dalla due vecchie amiche e componenti della band che avevano formato da giovani.
I personaggi maschili sono invece macchiette scolorite destinate a una funzione minore.

In breve la trama. Sophie, la figlia di Donna, sta per sposarsi e vorrebbe che in chiesa l’accompagnasse il padre mai conosciuto. Dopo aver scoperto un vecchio diario della madre in cui la donna raccontava dei suoi tre amori vissuti su quella stessa isola greca venti anni prima, la ragazza decide di invitarli di nascosto tutti e tre. E’ sicura che riconoscerà subito il genitore. Ma le cose non andranno proprio così e tra equivoci, agnizioni, false certezze, malinconici ricordi del passato si arriva tra dialoghi, balli e canzoni a un lieto fine non proprio banale come poteva essere. Olga di Comite
VOTO:

 

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