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RECENSIONE FILM MEMORIE DI UNA GEISHA MEMOIRS OF A GEISHA

MEMOIRS OF A GEISHAANNO: U.S.A. 2005

GENERE: Drammatico

REGIA: Rob Marshall

CAST: Zhang Ziyi (Sayuri Nitta), Gong Li (Hatsumomo), Michelle Yeoh (Mameha), Ken Watanabe (Il Presidente), Tsai Chin (Zietta), Togo Igawa (Tanaka), Youki Kudoh (Zucca), Cary-Hiroyuki Tagawa (Il Barone), Kenneth Tsang (Generale), Koji Yakusho (Nobu), Karl Yune (Koichi), Kaori Momoi (Madre), Suzuka Ohgo (Chiyo), Zoe Weizenbaum (Zucca Da Piccola), Thomas Ikeda (Sig. Bekku), Mako (Sakamoto), Paul Adelstein (Tenente Hutchins), Brannon Bates (Poliziotto Militare), Michael Chen (Conducente Rickshaw), Chad Cleven (Soldato Americano Ubriaco), Carrie 'cece' Cline (Liz), Craig H. Davidson (Pescatore Giapponese), Cameron Duncan (Ufficiale Ubriaco), Takayo Fischer (Tanizato, Proprietario Casa Del Te'), Samantha Futerman (Satsu), Alex Hing (Passeggero Rickshaw), Yurika Izumi (Donna Col Kimono), Randall Duk Kim (Dottor Crab), Michael Kuroiwa (Uomo D'affari), Alison Zoe Leung (Giovane Geisha), Jim Leung (Il Giovane), Ted Levine (Colonnello Derricks), Julia Ling (Maiko), Danton Mew (Servitore Di Takamaya), Laura Miro, Diane Mizota (Geisha Alla Casa Del Te'), Ryan Moriarty, Ken Ng (Uomo Col Kimono), Navia Nguyen (Geisha), Minae Noji (Maiko), Faith Shin (Piccola Kiko), Ton Suckhasem (Giudice Di Sumo), Elizabeth Sung (Sig.ra Sakamoto), Nikki Tuazon (Ballerina), Ren Urano (Annunciatore Di Sumo), James D. Weston Ii, Takeo Lee Wong (Dottor Miura), Ace Yonamine, Eugenia Yuan (Korin).

DURATA: 100 '

TRAMA: La piccola Chiyo (Suzuka Ohgo), a soli 9 anni è costretta a lasciare la famiglia e il povero villaggio di pescatori dove è nata. Venduta ad una scuola per Geishe di Kyoto, viene istruita sui riti, le danze, la musica, la cerimonia del tè e l'abbigliamento adatto. Costretta a subire vessazioni e umiliazioni dalle colleghe e soprattutto dalla geisha più importante, Hatsumomo (Gong Li), gelosa della sua bellezza, dopo un tentativo di fuga viene retrocessa a serva. A salvarla provvederà Mameha (Michelle Yeoh), geisha esperta e generosa, rivale di Hatsumomo, che la prende sotto la sua protezione. Grazie a lei, la ragazza diverrà una geisha molto famosa e col nome di Sayuri (Zhang Ziyi), sarà la preferita degli uomini più facoltosi della città...

CRITICA a cura di Olga di Comite: E’ un bel pasticcio globale questo film. Regista-coreografo americano, con l’anima e il gusto volto al musical, attrici cinesi per impersonare le geishe, creazione culturale tipicamente giapponese, produzione di un big ebreo-americano che risponde al nome di Spielberg, ambientazione che fa pensare all’opera lirica italiana con le stesse convenzioni e sovrabbondanze. Tratta da un best-seller di Arthur Golden, la vicenda si svolge tra gli Anni '20 e il secondo dopoguerra. Narrando la vita di una bambina ceduta come schiava e poi diventata la più celebre geisha di Kyoto, il romanzo fornisce anche un quadro della società nipponica di allora. Il tema centrale è però, quello dell’antico fascino che la seduzione orientale ha esercitato ed esercita sull’Occidente. In passato perché la figura della geisha così raffinata ed erotica con tutti i rituali che la circondano sembrava, se confrontata con il moralismo ottocentesco e vittoriano, qualcosa di profondamente diverso, adatta a solleticare i desideri più nascosti dei maschi anglosassoni o mediterranei. In tempi più recenti, il mito perdurava perché quel tipo di donna, in fin dei conti sottomessa e “curatrice” del piacere, s’opponeva all’ideale femminile dell’Occidente in cui l’altra metà del cielo s’andava sempre più emancipando. Peccato che il tutto sia diventato nel film una banalizzazione veramente eccessiva, tolte alcune sequenze iniziali e quella del ballo, che segna il culmine della carriera di Sayuri, la protagonista. L’ambiente all’inizio ricalca quello di "Lanterne rosse", ma non ne ha l’essenziale severità. Il conflitto e gli intrighi tra le donne che abitano la stessa casa e che aspirano al primato sembra "Eva contro Eva" di Kuckor, le sequenze finali sono false, con eccessi di colore, caratterizzazioni da fondali teatrali di pessimo gusto. Non parliamo poi del lieto fine in puro stile hollwoodiano anni ’50 tra giardini e ponticelli che sono giapponesi quanto un koala italiano.
Che cosa salvare? Oltre la succitata danza, qualche notazione di costume, l’indubbia fascinazione di kimono raffinatissimi di cui sembra di sentire la consistenza setosa, l’incancellabile grazia delle attrici orientali (cinesi e malesi in questo caso). Tra le tre la più bella è ancora Gong Li, matura e misteriosa nel ruolo della più ombrosa e crudele delle geishe. La delicatezza di Zhang Ziyi che combina l’ingenuità del profilo con l’allure della fotomodella è certo notevole ma è meno insondabile. Sayuri da bambina fa pensare al recente "Oliver Twist" di Polanski in chiave femminile.
La storia è semplice. Chiyo vive in un piccolo villaggio di pescatori. A nove anni viene ceduta dai genitori, che presto moriranno, alla padrona di una okiva (case per geishe) che la fa istruire. Impara riti, danze, musica, arte della conversazione e dell’abbigliamento, tutto ciò che una donna di quel genere deve conoscere. Vittima sulle prime della prepotenza e malignità della geisha più in vista, Hatsumomo (Gong Li), presto la surclassa con l’aiuto di Mamela, geisha esperta e dolcissima che la prende sotto la sua ala. Col nome di Sayuri (Zhang Ziyi) diventerà ben presto la più ricercata dagli uomini in vista di Kioto. Ma lei amerà uno solo e sarà per sempre. Così l’amante, l’artista, la donna di tutte le raffinatezze riposte, sceglie di essere la geisha di uno solo con quel finale allo zucchero puro di cui dicevo prima. Olga di Comite
VOTO:

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