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RECENSIONE FILM QUO VADIS, BABY?

QUO VADIS, BABY?ANNO: Italia 2005

GENERE: Commedia

REGIA: Gabriele Salvatores

CAST: Angela Baraldi, Gigio Alberti, Luigi Maria Burruano, Elio Germano, Andrea Renzi, Claudia Zanella.

DURATA: 102 '

TRAMA: Giorgia (Angela Baraldi) è una investigatrice privata con il vizio dell'alcool. La sua ultima indagine la toccherà molto da vicino aprendo una dolorosa ferita del passato. Giorgia ha ricevuto da un amico della sorella Ada (Claudia Zanella), morta suicida, una scatola contenente delle lettere. Partendo da questi frammenti di storia, la donna dovrà ricostruire ciò che è veramente accaduto a sua sorella e se il suo sia davvero stato un suicidio...

CRITICA a cura di Olga di Comite: Tutto in digitale ad alta definizione, un noir, ancora una volta tratto da un romanzo, scurissimo con colori saturi o inesistenti, inquadrature studiatamente cinematografiche e non televisive, con al centro due donne, prima bambine e poi adulte, con piani narrativi paralleli, con la scelta di non far conoscere il finale ai protagonisti ma solo agli spettatori. Si potrebbero sintetizzare così le caratteristiche di Quo vadis, Baby?, titolo che viene dritto dritto da "Ultimo tango a Parigi". A ben vedere, il nuovo per davvero, per il nostro intelligente regista, è nella tecnica, nella scelta di parlare di donne e dei loro lati oscruri, nella decisione di portarlo nelle sale quasi in estate. Per il resto, molti aspetti scontati e convenzionali insidiano la piena riuscita dell’opera. Nel dettaglio, mi è sembrato un dèja vu in tutte le salse la storia familiare, con il ruolo negativo del padre, l’infanzia funestata da eventi drammatici, ecc ecc... per niente nuovo il maledettismo datato dei personaggi maschili e femminili; il più originale e terragno mi è sembrato quello della protagonista Giorgia. Anche la Bologna un po’ dams un po’ dark che fa da sfondo alla maggior parte del racconto, ha tratti di maniera. Salvatores centra invece il bersaglio nel linguaggio, sperimentando come sempre, continuando a cercare e muovendosi su piani diversi. Qui, sfruttando la possibilità del digitale di verificare un ciak in tempo reale, è riuscito a darci un ritmo e un montaggio, una cura delle inquadrature di carattere e indubbio fascino. L’oscurità su cui gioca cromaticamente si contrappone al ricordo della solarità tutta meridionale e gonfia di odori di "Io non ho paura", film che considero il migliore del nostro. In quanto alle donne, la cosa più nuova per l’autore mi sono sembrate le due scene di sesso girate con un piano-sequenza unico, plastiche ed efficaci. I problemi delle protagoniste femminili legate all’infanzia niente tolgono o aggiungono a quello che abbiamo visto, letto, sentito finora. Coraggiosa infine la scelta di aver licenziato la sua creatura il 28 di maggio, perché tanti autori parlano di estati orfane di buone opere, ma poi le tengono nel cassetto. Con l’aiuto di un budget basso, Salvatores si è permesso il lusso di far seguire i fatti alle parole.
E veniamo al nucleo narrativo, condotto nel libro, come flusso di coscienza. Nella trasposizione cinematografica al suo posto ci sono rimandi al passato, tramite filmati in super8, spezzoni di due film famosi e altri accorgimenti tecnici per rendere la complessità della prosa narrativa. Giorgia, la protagonista (Angela Baraldi) è una quarantenne, ruvida, introversa, accanita bevitrice e fumatrice, che nella vita lavora come investigatrice nell’agenzia del padre. Costui è un uomo duro e autoritario, che ha pesato in negativo nella vita di Giorgia e della sorella Ada (Claudia Zanella). E’ proprio il destino di quest’ultima, morta suicida sedici anni prima, a macerare la vita della sorella superstite. Qualcuno poi le invia delle videocassette che hanno al centro immagini di Ada che racconta la sua vita romana, le delusioni di un’aspirante attrice, la relazione a base di sesso e cocaina con un uomo misterioso di cui non si sa il nome. Quest’uomo comparirà poi nella vita di Giorgia e l’intreccio tra il noir e il drammone psicologico si complica. Alla fine lo spettatore saprà ancora una volta da un filmato come sono andate veramente le cose. A noi rimane il rimpianto di non poter parlare del film come di un’opera riuscita ed emozionante in toto, ma con fiducia aspettiamo che Salvatores nella sua inesausta, generosa e onesta ricerca, approdi al capolavoro. Olga di Comite
VOTO:

 

SPIGOLATURE

Innanzitutto una citazione da Pasolini che quarant’anni fa diceva che non ci sarebbe stato più cinema ma solo pornografia e Tv e che la Tv sarebbe arrivata a educare i nostri modi di vita, costruendo storie su misura per convincere il pubblico che l’esistenza è serialità. Tale citazione la riporta G. Salvatores in un’intervista per dire che P. Paolo aveva ragione e che il suo cinema si schiera in senso opposto. << Il cinema infatti – sostiene il regista – non deve mai diventare un semplice specchio ma piuttosto uno specchio deformante, che ti permette di guardare dietro la realtà, non usando – come spesso fa – un tipo di narrazione piatta che non stimola desideri >> (da Il Venerdì, 20/05/05).
E ancora chiarisce il suo pensiero: << Il noir è un buon modo per leggere il presente, esattamente come la fantascienza. Tutte le volte che ti allontani dalla visione cronachistica... Le cose vengono fuori in maniera più evidente >>. E a proposito delle donne: << Mi sono avventurato in un territorio inesplorato per questo ho sentito il bisogno di trovare tipi di donne che conosco bene >>. (da Ciak, 5/05).

INVITO

Invito a rivedere in videocassetta dello stesso autore: "Nirvana" del 1997 e "Io non ho paura" del 2003.
Invito a rivedere in videocassetta "M. il Mostro di Dusseldorf" di Fritz Lang del 1931 e "Ultimo tango a Parigi" di Bernardo Bertolucci del 1972, entrambi citati nel film.
Invito a una gita a Bologna per ritrovare una città che è anche diversa da quella che Salvatores ha scelto di rappresentare.
Invito all’ascolto di Impressioni di settembre, della Premiata Forneria Marconi nella edizione originale e in quella realizzata da Ezio Bosso per Angela Baraldi, interprete ma anche cantante e musicista.
Invito alla lettura di Quo vadis, baby?, di Grazia Verasani, edizioni Colorado Noir...

 

PROVOCAZIONI

1. Vi rivolgereste a una agenzia investigativa e in particolare a una investigatrice donna?

2. Dopo sedici anni, è ancora possibile sentirsi coinvolti da un fatto doloroso così lontano come se fosse accaduto il giorno prima?

3. Le donne di Salvatores hanno vita propria o sono soltanto i suoi maschi al femminile?

 

a cura di Olga di Comite

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