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RECENSIONE FILM STILL LIFE SANXIA HAOREN

STILL LIFEANNO: Cina 2006

GENERE: Drammatico

REGIA: Jia Zhang Ke

CAST: Sanming Han, Hong Wei Wang, Tao Zhao, Kong Jinglei, Nelson Yu Lik-Wai.

DURATA: 92 '

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TRAMA: In seguito alla costruzione della diga delle Tre Gole, il vecchio villaggio di Fengjie, con 2000 anni di storia alle spalle, è già stato sommerso dalle acque. Il nuovo quartiere destinato a sostituirlo è ancora in costruzione, perciò Han Sanming (Sanming Han), un minatore rimasto lontano da casa per 16 anni, torna al suo vecchio villaggio per vedere cosa può salvare. Dopo aver ritrovato l'ex moglie, decide di risposarla. Anche l'infermiera Shen Hong (Zhao Tao) torna a Fengjie in cerca del marito che non vede da due anni. I due si ritrovano ma capiscono invece che il loro matrimonio non ha più senso e decidono di lasciarsi per sempre...

CRITICA a cura di Olga di Comite: Lo sfondo di questo film, dove già Gianni Amelio aveva ambientato "La Stella che non c’è", è la Cina delle grandi modernizzazioni, quelle costruite su prezzi altissimi pagati dai più poveri, il paese delle opere gigantesche, come la diga delle Tre Gole. Indubbiamente un’opera difficile per noi, perché oggettivamente molto lenta come ritmo, fatta di tanti piccoli particolari che non si colgono subito. Con una fotografia bellissima, Jia Zhang-Ke ci propone vicende che ricordano un po’ il neorealismo italiano, facendo pensare in alcuni tratti al Rossellini tra documento e invenzione. Del resto l’autore ha coscientemente rifiutato l’integrazione nella cultura ufficiale di cui sono diventati simbolo gli autori di "Lanterne rosse" o di "Addio mia concubina". Oggi il loro cinema è costoso, si rifugia nel passato, cerca la sontuosità e la spettacolarità; il nostro regista invece preferisce il presente del suo paese, con i cambiamenti contraddittori e spesso distruttivi, lo slancio verso il futuro, la gente rimasta in fondo gentile.
In Still life questo filo di gentilezza e speranza è rappresentato tramite invenzioni surrealistiche che si frappongono qua e là alla narrazione del reale o tramite metafore di piccoli oggetti quotidiani che i protagonisti regalano o ricevono. Si tratta di sigarette, caramelle, bustine da tè, che danno il nome ai siparietti tra una sequenza e l’altra.
La costruzione della diga ha raso al suolo quindici città e un centinaio di villaggi, ha fatto sparire tracce di civiltà antichissime, come quelle conservate a Fengjie con duemila anni di storia alle spalle, ha privato di casa, lavoro e identità più di un milione di persone. Al vecchio paesaggio, sopravvissuto solo sulle stampe delle banconote, è succeduto un territorio sconvolto, seminato da costruzioni moderne speculative, orrende come tante delle nostre, oppure da intere città in demolizione, dove si svolgono traffici illeciti, lavori di pura sopravvivenza, in una confusione totale improntata alla miseria e al degrado.
Su questo fondale si muovono due storie parallele. Un uomo sta ricercando una moglie e soprattutto la figlia che non vede da moltissimi anni. Lui ha lavorato in miniera e ora della moglie deve ricostruire con fatica gli spostamenti, perché il paese dove questa viveva non esiste più. Alla sua vicenda si intreccia quella di una giovane infermiera che arriva nella zona per avere notizie del marito, il quale da due anni non si fa vivo, dopo essere partito per lavorare alla diga.
I due devono a questo punto decidere cosa fare del loro matrimonio. Attorno a queste due individualità tante altre figure di cui si intravedono i problemi e la quotidianità, spesso alienata e provvisoria; a volte sono solo inquadrature mute di facce e varia umanità che non ritroveremo più nel racconto. Come già accennato, le riprese sono lente e indugiano su una miriade di particolari; ai grandi sommovimenti che modificano passato e paesaggio, fanno da contrappunto i piccoli movimenti e le storie dei protagonisti che inseguono i loro amori e le loro speranze di futuro. Natura morta è la traduzione del titolo, ma tante vite si insinuano con la forza dei sentimenti attraverso cumuli di macerie
. Olga di Comite
VOTO:

 
 

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