CINEMOVIE.INFO - il Cineportale del Cinema moderno

Recensioni
Recensioni
Box Office
Box Office
Notiziario Notiziario
Trailers Trailers
Celebritą Celebrità
Frasi Celebri Frasi Celebri
Cine Specials Cine Specials
CINEMOVIE.INFO


RECENSIONE FILM SYNECDOCHE, NEW YORK

SYNECDOCHE, NEW YORKCRITICA a cura di Nicole Braida: Charlie Kaufman è innanzitutto uno scrittore, capace di mescolare parole e immagini, di rendere le parole immagini e le immagini parole. Gioca con entrambe.

In Synecdoche, film non ancora uscito nelle sale italiane, la realtà si fa finzione, ma la stessa finzione finisce per essere la realtà. Realtà e finzione si mescolano per creare un “pout pourri” irreale e grottesco, come una riflessione infinita tra specchi che riproducono l’immagine reale, ma ripetendola in questo gioco senza limite fino a distorcerla completamente.

Caden Cotard è un autore teatrale, pervaso dall’ipocondria, morto e vivo allo stesso tempo, caricatura di se stesso. Lasciato dalla moglie, un’artista che dipinge quadri in miniatura e che scappa a Berlino con la figlia. Insignito di un prestigioso quanto cospicuo premio, intraprende un progetto assurdo: inizia a costruire una città nella città, cercando di ricreare la sua vita passata e di riportare nella finzione ciò che non vi fa più parte, perché nel passato. Gli attori diventano così pian piano protagonisti della sua vità, fino a comandarla, finchè egli stesso si trasforma in protagonista di una finzione che non ha più alcuna realtà a cui appoggiarsi, ma riflette all’infinito proiezioni del passato.

Il tempo scorre senza che ce se ne accorga: “Even though the world goes on for a fraction of a fraction of a second. Most of your time is spent being dead or not yet born. But while alive, you wait in vain, wasting years, for a phone call or a letter or a look from someone or something to make it all right” (“Sebbene il mondo avanza di una frazione di frazione al secondo, la maggior parte del nostro tempo è spesa nell’essere morti o non ancora nati. Ma mentre si è vivi, si aspetta, buttando via anni invano, per una chiamata o una lettera o uno sguardo da qualcuno o qualcosa che metta le cose a posto”).

Le emozioni si fanno malattie reali, le immagini oniriche diventano vita reale. L’unico modo per rappresentare la vita è inscenare quell’unico giorno, quello in cui si è stati più felici.
Charlie Kaufman, già noto per la sceneggiatura di “Essere John Malkovich” e “Se mi lasci ti cancello”, scrittore di se stesso in “Il ladro di Orchidee” interpretato da Nicholas Cage, è capace di farci sentire schiaffeggiati, amareggiati, impauriti. Ci fa addentrare attraverso i nostri più profondi sentimenti, nel turbine della malinconia, nell’attesa vana di quella decadenza, di quell’autunno universale, come dello sfiorire di una rosa mentre lenta perde i suoi petali
. Nicole Braida
VOTO:

 

Disclaimer | © 2001-2010 CINEMOVIE.INFO | Web Design: © 2010 MARCLAUDE