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RECENSIONE FILM ALILA

AlilaANNO: Israele 2003

GENERE: Drammatico

REGIA: Amos Gitai

CAST: Yaël Abecassis, Ronit Elkabetz, Liron Levo, Keren Mor, Uri Klauzner.

DURATA: 120 '

TRAMA: Periferia di Tel Aviv, vicino al confino con Jaffa: in un condominio si incrociano le vite, i destini ed i sentimenti delle persone che lo abitano...

CRITICA a cura di Gianni Merlin: Chi volesse a tutt'oggi avere una realistica visione di come la vita scorre in Israele dovrebbe vedere questo Alila, nuova opera di Amos Gitai, che per l'appunto tenta di dare corpo alle quotidiane vicende di un gruppo di abitanti di Tel Aviv. Attraverso l'uso di lunghissimi piani sequenza, il regista ebreo passa da appartamento ad appartamento sfiorando i muri di un "normale" condominio, dove vivono, gridano e si amano i personaggi di Alila, come se nient'altro di urgente e drammatico avvenisse fuori, come se effettivamente la vita in Israele fosse veramente fatta di grida, liti per i figli disobbedienti, ex mariti che ritornano, o sane contorsioni amorose. Gitai rivendica e offre al suo pubblico uno spaccato di un popolo che vive, pulsa emozioni quasi animali e che continua a resistere, non indifferente rispetto alla tragedia israeliana, ma che proprio nelle relazioni così strette, in questo melting pop di centimetri quadrati trova la sua forza di reazione. Nel film bene o male tutti si conoscono e tutti vengono a contatto con tutti, gli spazi pochi e limitati sono condivisi, si viene a creare quindi una sorta di legame affettivo fra i protagonisti di Alila, che il clima rovente e la struttura architettonica di Tel Aviv (case al livello del mare, squallida edilizia senza fine) rendono ancora più compatto, quasi che nessun altro posto al mondo fosse più adatto ad essere utilizzato come scenario per questa pellicola, come lo stesso Gitai si permette di sottolineare nelle note della produzione. Gianni Merlin
VOTO: 7

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