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HOTEL RWANDA

HOTEL RWANDA ANNO: Gran Bretagna 2004

GENERE: Drammatico

REGIA: Terry George

CAST: Don Cheadle, Djimon Hounsou, Nick Nolte, Joaquin Phoenix, Sophie Okonedo, Desmond Dube, Mothusi Magano, Leleti Khumalo, Antonio Lyons, David O'Hara.

DURATA: 121 '

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TRAMA: La vera storia di Paul Rusesabagina (Don Cheadle), il gestore di un albergo che ha avuto l'animo e l'immenso coraggio di nascondere nella sua struttura numerosi rifugiati durante la terribile guerra civile che spezzato tantissime vite innocenti in Rwanda negli Anni '90...

CRITICA a cura di Leo Pellegrini: "Chissà perché gli orrori staliniani, l’Olocausto, gli infoibamenti o la strage di 937 mila Tutsi in Ruanda sono sempre stati consumati nel silenzio dei governi e nella distrazione della gente comune? Usa e alleati hanno promosso la crociata ancora in corso per distruggere in Iraq le ipotetiche e introvabili armi segrete, ma nel 1994 nessuno si mosse quando in un piccolo paese africano gli Hutu presero a sterminare la gente a colpi di machete". Così scrive Tullio Kezich su "Il Corriere della Sera" e in effetti il bellissimo film dell’irlandese Terry George insiste non tanto su ciò che hanno fatto i neri, ma su ciò che non hanno fatto i bianchi. Il film che Hollywood non ha voluto ed è stato prodotto da inglesi, sudafricani e dall’italiana Mikado è efficacissimo nel ricostruire come in un thriller la tensione psicologica e il terrore a cui sono sottoposti semplici esseri umani la cui unica colpa è di appartenere a un’altra etnia: coinvolge e commuove, senza cadere mai nel retorico o nell’inutile e fastidioso patetismo. Non ci sono immagini di massacro, di mutilazione, stupro e violenza cieca: gli episodi di terrore e morte sono più intuiti che visti e questo aumenta lo sgomento, l’indignazione, l’angoscia degli spettatori che escono dalla sala con una unica possibile domanda: "Ma dove eravamo noi?". La risposta è una sola: laddove non vi sono petrolio da sottrarre o ricchezze da saccheggiare, noi presunti esportatori di democrazia a fini umanitari ci defiliamo senza pensarci un attimo, salvo tornare a tragedia conclusa per dolerci ed assicurare che in futuro mai più accadrà qualcosa di simile. Ma a dispetto delle nostre promesse quello che è avvenuto in Ruanda sta già accadendo di nuovo in Sudan, in Congo o in qualche altro posto dove la vita umana sembra valere meno di zero. << Tu non sei neanche un negro...sei un africano >>, questa terribile frase pronunciata nel film spiega più di ogni cosa come vanno le cose nel mondo... eppure, malgrado tutto, il film, mostrandoci il coraggio tranquillo di un uomo come tanti, è anche una esaltazione della dignità umana che il protagonista, Don Cheadle, esprime con una misura e un equilibrio veramente encomiabili (basterebbe la scena in cui sbagliando si rifà il nodo della cravatta a farci capire la sua eccezionale bravura). Da sottolineare anche l’interpretazione di Sophie Okonedo, veramente magnifica. Un film che è un dovere vedere, per capire, ma soprattutto per fare un accurato e serio esame di coscienza. Sconvolgente, imperdibile. Leo Pellegrini - filmleo@libero.it
VOTO: 8

   
 
 
   
 

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