CINEMOVIE.INFO - il Cineportale del Cinema moderno

Recensioni
Recensioni
Box Office
Box Office
Notiziario Notiziario
Trailers Trailers
Celebritą Celebrità
Frasi Celebri Frasi Celebri
Cine Specials Cine Specials
CINEMOVIE.INFO


RECENSIONE FILM I RAGAZZI STANNO BENE THE KIDS ARE ALL RIGHT

I RAGAZZI STANNO BENECRITICA a cura di Olga di Comite: La famiglia è la famiglia e il matrimonio è tale anche se a viverlo sono coppie omosex. Partendo da questo dato oggettivo, Lisa Cholodenko rovescia con intelligenza la situation comedy su cui si basava tanta parte della commedia americana incentrata una volta sulla famiglia.

In questa prova dei giorni nostri la regista parte dall’assunto che siamo alle prese con un gruppo familiare normalissimo. C’è un ruolo materno e paterno, due figli né migliori né peggiori di tanti adolescenti d’oggi, una bella casa trattandosi di classe media, un membro della coppia che lavora, l’altro che aspira a farlo coltivando qualche frustrazione.

L’unico particolare che rompe questo quadretto-tipo è il fatto che la coppia si compone di due lesbiche, madri biologiche dei rampolli avuti con inseminazione eterologa da un unico donatore. E qui si spalanca il vero problema, perché il figlio minore spinge la sorella ormai maggiorenne ad informarsi sull’identità del padre di entrambi. Dopo qualche esitazione la ragazza acconsente, consulta la banca del seme e il nome viene fuori. L’uomo in questione, conosciuti i due ragazzi, entra a far parte in qualche modo del gruppo familiare, cosa che è la vera trasgressione relativa alla situazione esistente. L’esito finale, dopo il temporale provocato da tale novità, non si discosterà ancora una volta dalla norma.

A giocare la parte del leone nel film, tipico prodotto del cinema indipendente americano a basso budget, nei ruoli di Nic e Jules, sono Annette Bening con capello corto e piglio da padre autoritario e un po’ schematico e Julianne Moore, moglie sostanzialmente a suo agio perché la coppia ha maturato negli anni un buon rapporto. Entrambe le attrici, al meglio delle rispettive performance, esibiscono anche con disinvoltura rughe e zone grigie delle loro mature bellezze. Il che oggi non è cosa da poco. I ragazzi, anche loro sufficientemente naturali, imbranati come sono, nelle problematiche adolescenziali, risultano convincenti. Altrettanto adatto al personaggio dello sciupafemmine ecologista, superficiale ma simpatico, è Mark Ruffalo.

L’altro elemento interessante nella storia è il fatto che questo tipo d’uomo, allergico al matrimonio, pensa di poter fare “suo” il gruppo familiare proprio perché parte dal pregiudizio che quella non è una famiglia, anche se ne avverte il calore. In quanto alla profondità dell’analisi psicologica dei personaggi e ai dialoghi di cui il film si fa forte ed è intessuto, la regista riesce a non essere scontata per la delicata lucidità con cui affronta il tema.

Anche la colonna sonora regala emozioni (vedi ricordo di Jane Joplin e canzone di Who da cui è tratto il titolo del film). Un lavoro da vedere quindi, qualsiasi cosa ne pensino molti in Italia, fermi sull’argomento al Medioevo prossimo venturo, non essendo in grado di vedere al di là della punta del proprio naso. Olga di Comite
VOTO:

 

CRITICA a cura di Roberto Matteucci: “Io adoro le lesbiche”. Tutti adorano le lesbiche. Nick e Jules sono lesbiche e vivono insieme da anni. La ricerca ansiosa di ordinarietà, le ha portate entrambe ad avere un figlio in provetta dallo sperma dello stesso uomo, a loro sconosciuto. Ora i ragazzi sono diventati adolescenti. A giustificare il sentimento di normalità si punta sulla noia, sulla quotidianità del rapporto, comune a quello di tanti matrimoni etero. Aggiungiamo il sesso stanco e dall’erotismo inesistente, il rapporto protettivo sui figli, e i litigi fra genitori. Ma soprattutto sono una famiglia borghese. Nick ha un ottimo lavoro con un elevato reddito.

L’iconografia del film si snoda su questa parola d’ordine: normalità. Ecco l’elegante casa, dei figli educati, un comportamento irreprensibile e tanta, tanta noia. Questa simbologia è, però interrotta da un rapporto sessuale fra le due donne, le quali per eccitarsi guardano un porno di uomini gay. E’ questa la prima rottura da una continuità logica. La seconda lacerazione è la richiesta dei figli di conoscere il padre fornitore ufficiale del seme per entrambe le donne. Ed ecco, irrompere in tutta la sua primitività il maschio! Nonostante tutti i tentativi di regolarità, creati e comperati, in quella casa manca un uomo. Arriva Paul, in poco tempo, come uno tsunami, distrugge le basi di argilla su cui era stato edificato il castello della loro relazione. Paul è un maschio! Pulsa sensualità, compie cose da uomo e come tale si comporta. Questo genere di figura è del tutto sconosciuto alla famigliola piccolo borghese. In poco tempo Paul diventa per i figli il modello maschile mai avuto. Per le donne è quella cosa desiderata ma impossibile da avere.

In poco tempo tutto è travolto. Sicurezze, convenzioni, rapporti. Sopravive poco e nulla, forse solo la parvenza di quella aberrante normalità costruita sul nulla in tanti anni. Forse è meglio così. Perché di normale non c’era nulla. E’ il fallimento della sua ricerca a tutti i costi, la disfatta della mancata accettazione di ciò che siamo, e il non saper comporre qualcosa di nostro. Il voler imitare la coppia etero pur essendo omosessuali, impedisce di essere se stessi e destinati alla sicura tragedia. Non è questa la via giusta ed il film è capace di distruggere tutto. Il figlio Laser nel triste viaggio di ritorno enuncerà la tragica verità per entrambe le donne: “Non dovreste lasciarvi. Io penso che siete troppo vecchie”.

Il film è costruito con abilità meccanica e con altrettanta abilità emotiva sa distruggere. La regista crea un forte pathos attraverso i soliti meccanismi della coppia e soprattutto dà il meglio di sè nel tratteggiare il maschio Paul. Disincantato, ma nello stesso tempo abile ed intelligente, Paul è forgiato con dei ritmi divergenti e opposti alle due donne. Il suo desiderio di una famiglia fino a quel momento inesistente, appare inaspettato con l’arrivo dei ragazzi. Sarà il rapporto sessuale con Jules a erigere l’impossibile per tutti. L’assenza prolungata di un uomo ha creato un mostro, non una famiglia anticonvenzionale. Il film ci materializza un dilemma: cosa c’è di normale? Perché dobbiamo per forza essere normali? Roberto Matteucci
VOTO:

 

Disclaimer | © 2001-2011 CINEMOVIE.INFO | Web Design: © 2011 MARCLAUDE