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RECENSIONE FILM IL GENIO DELLA TRUFFA - MATCHSTICK MEN

Il Genio della TruffaANNO: U.S.A. 2003

GENERE: Commedia

REGIA: Ridley Scott

CAST: Nicolas Cage, Sam Rockwell, Alison Lohman, Bruce Altman, Tim Maculan, Bruce McGill, Beth Grant, Daniel Villarreal, Melora Walters.

DURATA: 120 '

TRAMA: Roy (Nicolas Cage) e Frank (Sam Rockwell) sono una bella coppia di truffatori professionisti. Artisti della truffa. Imbroglioni, insomma. Roy, veterano del mestiere che tiene a battesimo il giovane ed ambizioso Frank, ha una vita privata disastrosa: è un agorafobo ossessivo-compulsivo, fumatore accanito, privo di relazioni personali significative, e le sue idiosincrasie lo mettono talmente in crisi da spingerlo a rivolgersi ad uno psicoanalista (Bruce Altman). Ma la terapia arriva a qualcosa di inaspettato e sconvolgente: Roy ha una figlia adolescente, di cui sospettava l'esistenza, anche se non aveva mai avuto il coraggio di saperne di più, ed ora la quattordicenne Angela (Alison Lohman) vuole incontrare il padre che non ha mai conosciuto. L'apparizione di Angela farà crollare la routine del nevrotico padre, mettendone a repentaglio seriamente la salute mentale e lo stile di vita, ma ben presto Roy inizierà ad apprezzare ed amare quella figlia che non aveva mai sognato di avere accanto...

GIUDIZIO: Regia d'autore per questa discreta commedia, confezionata in maniera professionale e riflessiva, lenta e stentata all'esordio che ci porta alla conoscenza del bizzarro e sfortunato Roy, i cui malesseri sono l'unico "fattore illuminante" che riesce a tenere viva l'attenzione del pubblico in una fase narrativa d'approccio troppo misurata e sospesa: Il Genio della Truffa sottolinea nuovamente, se ce ne fosse ancora bisogno, la maestria e la classe che risponde al nome di Ridley Scott al posto di comando. Tratta dallo scaltro romanzo di Eric Garcia "La Carogna", la sceneggiatura di Nick e Ted Griffin è stesa con coscienza e bravura, tuttavia la pellicola si arricchisce, elevandosi per ritmo e tensione narrativa, soltanto nell'ultima mezz'ora, sottolineando da contraltare per l'intero arco del film la bravura del suo interprete principe, un Nicolas Cage capace di trasformare in arte tic nervosi, bizzarrie, contrazioni e smorfie continue, versacci e sospiri in una maschera drammatica che porta sovente alla commozione piuttosto che al sorriso. La vera forza di quest'opera, sicuramente non particolarmente brillante o impegnativa nel suo complesso, sta come detto nella sontuosa regia del maestro Ridley Scott, accompagnata dall'ottima fotografia di John Mathieson, calda e vivida nel delineare il contrasto psicologico ed emotivo fra la luminostià asfissiante degli ambienti esterni e la penombra misurata dell'appartamento di Roy, e nel montaggio, frammentario e riercatissimo nel ricreare visivamente le turbe mentali del protagonista, di Dody Dorn, professionista visionaria già ammirata all'opera in "Memento" di Christopher Nolan. Completano il cast Sam Rockwell e Alison Lohman, ventiquattrenne attrice alla ricerca di consensi che sfodera una prova più che convincente. A posteriori pellicola apprezzabile e godibile, tuttavia inferiore alle aspettative.
VOTO: 6,5

INTERPRETI

Nicolas Cage: 7+ Attore con il cinema nelle vene, essendo nipote di Francis Ford Coppola, che riesce con disinvoltura a bucare lo schermo.

Sam Rockwell: 6 Una prova senza alti nè bassi, magari un pò ridimensionata dalla sceneggiatura.

Alison Lohman: 6,5 Attrice di talento pronta a conquistare fama e popolarità con il prossimo "Big Fish" del maestro Tim Burton.

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