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RECENSIONE FILM MELINDA E MELINDA MELINDA AND MELINDA

MELINDA E MELINDAANNO: U.S.A. 2004

GENERE: Drammatico

REGIA: Woody Allen

CAST: Radha Mitchell, Will Ferrell, Chloe Sevigny, Amanda Peet, Chiwetel Ejiofor, Jonny Lee Miller, Wallace Shawn, David Aaron Baker, Arija Bareikis, Josh Brolin, Steven Carell, Stephanie Roth, Shalom Harlow, Geoffrey Nauffts, Zak Orth, Larry Pine, Vinessa Shaw, Brooke Smith, Daniel Sunjata, Andy Borowitz, Neil Pepe, Lauren Adler, Rob Buntzen, Michelle Durning, James Ecklund, Michael J. Farina, Jennifer Grayson, Alex Harder, Rick Vincent Holmes, Yi-Wen Jiang, Christina Kirk, Katie Kreisler, Honggang Li, Weigang Li, Sabrina Lloyd, Nicolas Pernisco, Aleksandrs Petukhovs, Alyssa Pridham, Quincy Rose, Gene Saks, Rafael Sardina, Matt Servitto, Stewart Summers, Nick Tzavaras.

TRAMA: Quattro sofisticati newyorkesi si godono una cena fuori durante una serata piovosa. Un aneddoto provoca una discussione fra due di loro sulla duplice natura del dramma umano simbolizzata dalla maschera teatrale tragedia / commedia. Intorno a questo tema si svolgono le vicende legate ad un'enigmatica donna di nome Melinda (Radha Mitchell)...

CRITICA a cura di Olga di Comite: Intervistatore: << Quindi per lei il bicchiere è sempre mezzo vuoto? >>. Woody Allen: << No, è vuoto e basta. Anzi in alcuni giorni non mi sembra nemmeno un bicchiere >>. Da questo pessimismo cronico discende l'ultimo film scritto e diretto da Woody con in scena una doppia storia, dove è protagonista lo stesso personaggio che gioca il ruolo in commedia o in dramma, due poli attorno ai quali si dipana e si attorciglia l'umana vicenda. "Se la tragedia è un confronto con la realtà, l'altra è una via di fuga da essa", visto che la vita altro non è che una rappresentazione, la quale avanza inesorabilmente verso la fine. Questo tratto breve va raggirato, goduto, danzato come in un caleidoscopio, dove le coppie si formano e si sciolgono, dove l'happy-end è raro e il caso la fa da padrone. Nel film si parte da un gioco tempo fa diffuso nei salotti intellettuali: prendere un personaggio e inventare una storia che abbia un andamento leggero o triste, partendo da un identico avvio. Qui il compito lo svolgono due amici che, seduti in una bistrot newyorkese, discutono di esistenza, commedia e tragedia. Poi il drammaturgo costruisce la sua Melinda e il commediografo la propria. Il personaggio perciò cambierà a seconda della forma che i due autori vogliono dare alla loro creazione. Per concludere infine che, se la vita non è un sogno, certo è un misto di dramma e di risate in una alternanza arruffata e spesso complicata. Melinda va così ad aggiungersi alla galleria di personaggi al femminile dell'autore (ormai una collezione...), caratterizzata da un mix di sensibilità, smarrimenti e nevrosi.
La donna, interpretata da una credibile Radha Mitchell, si presenta una sera a casa di una vecchia amica durante una cena e racconta le sue disavventure sentimentali culminate in un tentativo di suicidio. A questo punto la storia si sdoppia in due parallele: una immagina che lacrime, dolore e delusione continuino nella vita di Melinda, secondo lo stile tragico; l'altra, improntata all'ottimismo, vira verso un lieto fine, seguendo gli stereotipi della commedia. Duplice quindi la sfida di Woody Allen, che padroneggia entrambi i registri stilistici con disinvoltura e insieme punta a divertire nonché a commuovere e a far riflettere. Il cast degli attori è scelto come sempre con cura, ma senza star di grosso rilievo; particolarmente felici risultano Chloe Sevigny e Will Ferrell, alter-ego di Allen, a cui è riservata la parte più ironica, costellata da battute-tipo. Per citarne solo due: << Pratichi sport? >> - << Sì, lo scarabeo e la lotta contro gli attacchi d'ansia >> e << Io voglio essere cremato >> - << Subito o quando muori? >>. Inutile aggiungere che le musiche sono come sempre indovinatissime: si va da Bach a Bela Bartok a Duke Ellington.
In platea si sorride, ci si immalinconisce, ci si sente parte della rappresentazione esistenziale, ma si vorrebbe anche dal nostro una capacità di sorprendere che va invece esaurendosi in una vena un po' di maniera, scontata e rassicurante, pur se di alto artigianato. Olga di Comite

SPIGOLATURE

Chloe Sevigny, che ho citato tra le migliori interpreti del film, è da noi pressoché sconosciuta. In realtà è stata a lungo negli Usa un simbolo del cinema alternativo, anche perché compagna di vita del regista Harmon Korine, noto come un autore maudit. Scoperta per strada da un fotografo, Chloe diventa presto la icona dello street-style, la moda inventata ogni giorno dalla Generazione X. Il primo film, "Gummo", risale al 1994 e fu sceneggiato dal succitato Korine. Viene poi "Boys don't cry", che la fa candidare all'Oscar come attrice non protagonista. Poi la svolta verso film più commerciali e noti al grande pubblico, come "American Psycho", "Dogville" e ora "Melinda".
In quanto a W. Allen, possiamo anticipare che il suo prossimo film presto sugli schermi è stato girato a Londra e che a riguardo ha dichiarato: << E' difficile trovare attori americani che siano uomini semplici, medi... Gli inglesi sono normali come me, come quelli che incontri nelle strade, mariti, padri, impiegati >>. E, ancora, alla domanda << Il primo pensiero all'idea di compiere settant'anni? >>, risponde: << La consapevolezza atroce di non avere il tempo di rovistare nel mio cassetto per realizzare tutti i progetti giacenti... >> (da Ciak, 12/04). Noi speriamo in un project curato come al solito, ma rinnovato nei temi, perché ad Allen vogliamo bene come ad un amico di vecchia data che non vogliamo vedere appannato dagli anni che passano.

 

INVITO

Invito a rivedere in videocassetta "Smoking: No Smoking" di A. Resnais (1993) e "Sliding doors" di Peter Howitt (1997) per alcune assonanze e perché sono opere godibili.
Invito alla lettura di "La Donna giusta" di Sandor Marai, perché è anch'esso un affascinante esercizio di stile pur con tematiche e ambientazioni diversissime.
Invito all'ascolto dei "6 Quartetti per archi" di Bela Bartòk.

 

PROVOCAZIONI

1. Si riesce ancora ad essere ottimisti nei tempi che viviamo?

2. Quanta parte ha il Caso nelle nostre vicende? Secondo me tanta, lo si chiami anche Destino, Fortuna o Coincidenze o come altro si vuole secondo teorie esoteriche alla moda.

3. Arriva a casa una vostra vecchia amica nei guai, mentre siete in uun momento di relax con altri amici. Vi chiede ospitalità e aiuto: qual è la prima reazione da parte vostra?

4. Cos'è la vita: uno spazio tra la nascita e la morte da occupare in qualche modo o una vicenda unica e irripetibile da vivere intensamente?

 

a cura di Olga di Comite

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