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RECENSIONE FILM THE DREAMERS - I SOGNATORI

The DreamersANNO: Italia - Gran Bretagna - Francia 2003

GENERE: Drammatico

REGIA: Bernardo Bertolucci

CAST: Michael Pitt, Louis Garrel, Eva Green, Robin Renucci, Anna Chancellor, Florian Cadiou.

DURATA: 130 '

TRAMA: Tratto dal romanzo "The holy innocents" di Gilbert Adair. Isabelle (Eva Green) e suo fratello Theo (Louis Garrel), rimasti soli in casa durante le vacanze, invitano ad abitare nel loro appartamento Matthew (Michael Pitt), un giovane americano incontrato alla Cinémathéque, la Cineteca Nazionale. Sullo sfondo del turbolento panorama politico che portò al maggio del '68 in Francia, i tre decidono di chiudersi in casa stabilendo precise regole di comportamento. Gradualmente arrivano a conoscersi a fondo esplorando erotismo ed emozioni forti attraverso una serie di giochi e meccanismi mentali sempre più spinti...

CRITICA a cura di Mattia Nicoletti: L'amore per la settima arte è anche il tema del lungometraggio del regista. Ambientato nella Parigi del '68, tre ragazzi, The dreamers è un omaggio totale alla Nouvelle Vague francese e al cinema che questa corrente amava. Spezzoni di Nicholas Ray, interpretazioni di Marlene Dietrich, immagini di Godard, colonne sonore dei film di Truffaut. Ogni fotogramma è immerso in altri fotogrammi, come cinema nel cinema, e i nostri tre protagonisti, quasi presi da "Jules et Jim", vivono la chiusura della Cinematéque parisienne e la rappresentano in un interno, dove campeggia un manifesto della Chinoise di Godard e dove rappresentano nelle loro vicende un’estremizzazione del cinema d’avanguardia dell’epoca. La freddezza dei personaggi è il parallelo delle icone dei registi francesi, e le azioni e i rapporti promiscui che li legano (a volte un tantino irritanti) si rompono solo in un'istante, nell'amore fra Matthew e Isabelle (follemente innamorata anche del fratello), ma è solo per un attimo. Il finale è una concessione di Bertolucci alla retorica ed è forse dimenticabile, ma la meraviglia, forse talvolta troppo razionale, è il parallelo fra il cinema "vero", degli esterni, e quello rappresentato, che si svolge in un solo luogo, un'appartamento. The dreamers è un film per chi ama il cinema, per chi lo conosce, per chi ha confidenza con il cinema degli anni '50, '60 , '70, è un film che risponde alla frase di Truffaut: << E’ a trent’anni che mi pongo la stessa domanda, è più importante il cinema o la vita? >>. Chi lo andrà a vedere e riuscirà ad amarlo, non deve assolutamente perdersi "Effetto Notte" di Truffaut, "Fino all’ultimo respiro" di Godard, "Johnny Guitar" di Nicholas Ray. E se non li trovate ascoltate "La mer" di Charles Trenet. Respirerete Parigi a 24 fotogrammi al secondo. Mattia Nicoletti

CRITICA a cura di Gianni Merlin: Con The Dreamers Bernardo Bertolucci riprende i temi a lui cari legati alla scoperta sessuale e a più di 30 anni di distanza da "Ultimo tango a Parigi" ripropone a generazioni certamente diverse lo specchio delle nudità, le compulsioni e le angosce represse di giovani amanti. Di fatto, lo scenario di rivoluzione sociale del 1968 parigino che definisce l’era temporale del film rimane, a posteriori, solo come uno sfondo, pur ideale, di questo puro e semplice "menage a trois" fra la bella Isabelle, il fratello Theo e l’americano Matthew, 3 ragazzi di estrazione borghese che vengono a conoscersi e danno libero sfogo ai reciproci impulsi di vita in una Parigi pervasa da segnali di ribellione studentesca. In effetti, se il riconoscimento a livello immaginario dei moti sessantottini è stato il risultato di manifestazioni di massa che nelle strade hanno trovato il loro sbocco, qui Bertolucci si guarda molto bene prima di addentrarsi in qualsiasi revival giustificatorio di quel periodo, non (si) pone alcuna riflessione etica sulla validità di quelle battaglie, non posiziona la telecamere sulle sommosse studentesche, ma le gira e le rigira sull’appartamento alcova, sulle corse folli del giovane trio, sullo sguardo di Isabelle, notevole come gli altri due ragazzi nell'interpretazione di un'età della scoperta e dotata di un fascino decisamente conturbante che lascia il segno. Qui si parla di "sognatori" ma l’ambito del desiderio rimane quello personale, la visione di un mondo migliore coincide con le evoluzioni e l’approfondimento, non solo sessuale, dei tre giovani ragazzi, che altro non vogliono se non vivere quel presente. Sbaglia, quindi, chi crede che The Dreamers - I Sognatori sia un film di rivisitazione o di contenuto, e paradossalmente è questa la sua salvezza, perché esso scorre via che è un piacere, lineare, veloce fresco e divertito; le avventure si susseguono, bravi i tre attori che sembrano proprio godersela, e con loro Bertolucci, da tanto tempo mai così capace di dare vigore alle immagini, oltre alla consueta cura estetica, peculiarità del regista parmense. Ogni tanto si eccede con i rimandi cinefili, la colonna sonora pur accattivante è poco ricercata, ma sono dettagli secondari rispetto all’impatto visivo di un film che ci rimarrà a lungo negli occhi. Gianni Merlin
VOTO: 8

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