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RECENSIONE FILM THE HOURS

The HoursANNO: U.S.A. 2002

GENERE: Drammatico

REGIA: Stephen Daldry

CAST: Nicole Kidman, Julianne Moore, Meryl Streep, Ed Harris, Toni Collette, Claire Danes, John C. Reilly, Allison Janney, Eileen Atkins, Stephen Dillane, Charley Ramm, Miranda Richardson.

DURATA: 114 '

TRAMA: E' la storia di tre storie di donne legate tra loro dal romanzo "Mrs. Dalloway" di Virginia Woolf (Nicole Kidman), vissute in epoche diverse del novecento. La prima storia riguarda proprio la Woolf che combatte contro la depressione. La seconda racconta di Laura Brown (Julianne Moore), vissuta negli anni '40 e in attesa di un bambino, che cerca di organizzare la festa di compleanno di suo marito, concentrata tuttavia nella lettura del romanzo della Woolf. La protagonista del terzo episodio è Clarissa Vaughan (Meryl Streep) che vuole dare una festa per Richard (Ed Harris) un suo amico ed ex compagno di vita, divenuto un famoso scrittore, ammalato di AIDS...

GIUDIZIO a cura di Matteo Castelli: Difficile esprimere un giudizio su The Hours, seconda opera del regista che aveva incantato con Billy Elliot, che non sia quello di uno spettatore deluso: il film con le sue 9 candidature all’Oscar ispirava fiducia e invece si è rivelato una parziale delusione. Se non fosse stato per il desiderio di valutare l’interpretazione della Kidman che le ha fruttato l’Oscar alla Migliore Attrice Protagonista, interpretazione a detta dell’Academy superiore a quella di "Moulin Rouge", pochi altri motivi ci sarebbero per rimanere in sala sino alla fine della proiezione. Daldry non ha certo sbagliato il cast, scegliendo per raccontare la sua storia tre regine di Hollywood, tre mattatrici del grande schermo, tutte e tre bravissime, capaci di dominare magistralmente la scena: la Kidman capace di immedesimarsi a pieno nel personaggio controverso e malato della Woolf scegliendo di girare lei stessa la scena del suicidio nel fiume e perfino di imparare a scrivere con la mano destra come la celebre scrittrice. Altrettanto perfetta Julianne Moore capace di "parlare con lo sguardo" esprimendo con esso tutto il dolore e il male di vivere per una vita che la tiene in scacco; e in alcune scene i suoi sguardi sono cosi’ agghiaccianti e i suoi cambiamenti d’umore cosi’ repentini da far rabbrividire. Sempre bravissima Meryl Streep pienamente a suo agio nel mostrare la doppia vita di una donna all’apparenza sicura, impenetrabile e fiera, capace però di abbandonarsi, tra le sicure mura di casa, alle sue riflessioni seduta accanto ad una finestra con vista su New York o di lasciarsi andare ad un pianto straziante quando il suo passato suona alla sua porta per un ultimo saluto (Jeff Daniels). Il preludio del film appariva come un segnale positivo al punto da affermare che il primo quarto d’ora è la parte più bella del film costruita attraverso rapidi scorci sui momenti storici delle tre vicende impreziositi da un’abile montaggio capace, usando come pretesti semplici azioni o parole, di saltare repentinamente da una vicenda all’altra al fine di mostrare come le azioni compiute dalle tre attrici fossero tra loro complementari e tutte similmente riconducibili alla vicenda madre della scrittrice Virginia Woolf. Fatti salvi questi pochi minuti, il film successivamente perde di intensità fino a toccare punti che suscitano stizza nello spettatore per l’irritante lentezza e staticità con la quale le situazioni evolvono. Nonostante la lentezza, la sceneggiatura è comunque apprezzabile e la pellicola, che fino ad un quarto d’ora dalla fine aveva lasciato lo spettatore sgomento per la staticità e annichilito dal sommarsi di dolori, malattie e quant’altro, si risolve con un finale a sorpresa difficilmente prevedibile con il quale ci si rianima per comprendere l’intreccio del film fino a quel momento rimasto oscuro, scoprendo, ma ciò comunque non basta per dare un giudizio positivo sulla pellicola, che le tre storie sono saldamente concatenate l’una all’altra. Le tematiche trattate sono sicuramente molto importanti, la storia profonda, ma il film nel complesso non decolla: è lento, inerte, apatico e scorre via solo per inerzia e a più riprese lo spettatore assalito dalla noia rischia di smarrirsi e di non riuscire a capire quale sia il filo conduttore di tutta la storia. La sensazione all’uscita dal cinema, oltre a quelle di uno spettatore mortificato le cui aspettative sono state deluse, è la confusione e la sensazione di non essere in grado di affermare se si sia trattato di un film impegnato o di un polpettone carico di buoni propositi e retorica che senza le tre formidabili attrici sarebbe stato rapidamente accantonato senza ricevere le attenzioni che invece e’ riuscito a guadagnarsi. Matteo Castelli
VOTO: 6-

INTERPRETI

Nicole Kidman: 8

Julianne Moore: 8

Meryl Streep: 8

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