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RECENSIONE FILM THE LIBERTINE

THE LIBERTINEANNO: Gran Bretagna 2004

GENERE: Drammatico

REGIA: Laurence Dunmore

CAST: Johnny Depp, Samantha Morton, John Malkovich, Rosamund Pike, Tom Hollander, Johnny Vegas, Kelly Reilly, Jack Davenport, Richard Coyle, Francesca Annis, Rupert Friend, Laurence Spellman, Maimie Mccoy, Shane Macgowan, Habib Nasib Nader, Cara Horgan.

DURATA: 110 '

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TRAMA: L'ascesa e caduta di John Wilmot (Johnny Depp), meglio noto come conte di Rochester, poeta satirico del XVII Secolo, amico e confidente di re Carlo II (John Malkovich), nonostante che il suo pungente umorismo sovversivo avesse come bersaglio principale i reali inglesi. In un'epoca in cui si stavano facendo rapidi progressi nel campo della scienza, della letteratura e delle arti, il Conte scandalizzò la buona società londinese per i suoi poemi audaci, il suo stile di vita lascivo e le sue prodezze sessuali. A mettere in discussione la sua posizione a corte fu l'amore per l'attrice Elizabeth Barry (Samantha Morton), che lui sperava di far assurgere a stella del teatro inglese. La loro relazione e il successivo tradimento, lo fecero passare dai fasti e lussi dell'alta società, agli abissi della rovina, dove cercò la sua redenzione finale...

CRITICA a cura di Arianna Biagi: Provocatorio, irriverente, tagliente, patetico, intenso.
Una volgarità disarmante che prende forma in un contesto raffinato.
Una ricchezza di contenuti che si dimena nel grottesco che le fa da contorno.
The Libertine è come un viscido rospo bubboso che,
servito su un piatto di portata d'argento massiccio tutto abbellito da carotine sapientemente intarsiate,
se ne sta placidamente fermo a far contemplare la sua bruttezza agli astanti
.
E' come un'ostrica consumata nel pisciatoio più putrido della stazione della vostra città.
Chi vedrà il film nell'errata prospettiva (complice l'ingannevole trailer) di assistere alle solite vicende del Casanova di turno, avrà il proprio benservito.
I dialoghi sono teatrali.
Per chi non gradisce il genere non credo ci sia scampo: non lo capirà.
La Londra della metà del 600, con le sue strade senza il selciato, piene di fango e miseria, sono impeccabilmente dipinte; la colonna sonora si sente sul finale, quando le lacrime già ti scorrono calde sul volto, mentre piangi la fine dell'uomo che ebbe la compiacenza di consacrarsi a sè stesso senza fare complimenti, che più di ogni altro bramò la disfatta, la decadenza e il marciume... ma che più di tutti amò la vita senza essere corrisposto.
Johnny Depp, al solito, non delude, interpretando al meglio il conte di Rochester, poeta satirico dell'Inghilterra di Carlo II, protagonista e mattatore di questo spettacolo fuori dagli schemi.
La passione del conte per se stesso e per il teatro degenerano (o fioriscono) nella rovinosa attrazione per un'attrice emergente: un'unione che ha del sublime e dallo squisito sapore dell'amore quasi incestuoso tra allieva e maestro. Arianna Biagi
VOTO:

   
 
 
   
 

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