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RECENSIONE FILM EVAN ALMIGHTY UN'IMPRESA DA DIO

UN'IMPRESA DA DIOANNO: U.S.A. 2007

GENERE: Commedia

REGIA: Tom Shadyac

CAST: Steve Carell, Morgan Freeman, Lauren Graham, John Goodman, John Michael Higgins, Jimmy Bennett, Wanda Sykes e Jonah Hill.

DURATA: 95 '

TRAMA: Da poco eletto al Congresso, Evan Baxter (Steve Carell) lascia Buffalo alle spalle e porta la sua famiglia a vivere nel nord Virginia.
Una volta trasferitosi, la sua vita viene stravolta quando dio (Morgan Freeman) gli appare e misteriosamente gli ordina di costruire un’arca.
Ma la sua sbigottita famiglia non riesce proprio a capire se lui stia avendo un enorme crisi di mezz’età o se gli stia succedendo veramente qualcosa di proporzioni bibliche...

GIUDIZIO: Steve Carell riprende il ruolo di Evan Baxter, il raffinato ed elegantissimo annunciatore televisivo di Una settimana da dio con Jim Carrey: Evan è il nuovo prescelto per compiere una missione divina in Un'Impresa da dio diretto da Tom Shadyac in compagnia di Morgan Freeman, Lauren Graham e John Goodman.
Un'Impresa da dio sarà certamente ricordato per l'astronomico budget, circa 180 milioni di dollari non ancora recuperati nemmeno con gli incassi mondiali, budget "miracolosamente" gonfiatosi ma che nella pellicola non si vede affatto.
Daccordo l'incredibile quantità di animali e le spese che essi hanno comportato, ma mancano all'appello almeno e non meno di 100 milioni di dollari che di certo non si vedono ma sono stati spesi e messi a consuntivo.
Probabilmente una piccola parte del budget è stata investita per "stirare" il viso della dolce Lauren Graham, sempre più giovane ad ogni film che le passa in carriera. Ma tutto il restante malloppo? Che abbiano fatto la plastica a tutto l'affollatissimo cast, umano ed animale?

Le maggiori note dolenti di Un'Impresa da dio stanno nella sceneggiatura, totalmente priva dell'originalità e della forza del suo predecessore: mancano l'inventiva, il motivo scatenante, la vis comica della trama e dei characters come il Bruce di Jim Carrey, manca se vogliamo anche l'importante morale alla base di Una Settimana da dio che in questo sequel viene sminuita a messaggi spiccioli pronunciati da Morgan Freeman, buoni per un film televisivo pomeridiano.

Un'Impresa da dio si riduce ad un episodio che dovrebbe trarre spunto da ciò che abbiamo visto nel precedente film, tuttavia il fulcro della storia, ossia la costruzione dell'Arca come simbolo e messaggio d'amore ed esempio educativo per l'uomo, non si regge in piedi specialmente per ciò che riguarda l'incredibile presenza di creature animali, soprattutto le più esotiche ed improbabili: per quale motivo gli animali dovrebbero salire sull'Arca, visto che non sono minacciati da alcun pericolo? Il dio di Un'Impresa da dio ama forse le coreografie sensazionali?
La risposta è quasi ovvia: per divertire e sorprendere il pubblico, soprattutto tormentando affettuosamente il buon Evan Baxter. Poco importa dunque che la trama si regga a fatica con salvifiche mollette.

Un'Impresa da dio è una commedia molto leggera che scorre velocemente, almeno il ritmo è buono, tra i continui gridolini di Steve Carell che ci offre simpatiche gags e battute a raffica, viene tormentato dalle apparizioni divine e animalesche, si infortuna lavorando all'Arca, si rade continuamente ma invano perchè barba e capelli gli crescono sempre più, si traveste, cerca di liberarsi dallo zoo che non lo molla un istante, chiacchiera beatamente con dio dalle umane sembianze di Morgan Freeman.
Poco altro e molte mancanze in questa commedia appena sufficiente.
VOTO: 6

 
 

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